Oggi, più di ieri, nel lavoro, nei contatti sociali, nei viaggi, e, forse, nella nostra stessa famiglia, siamo a contatto con gente di religione diversa da quella cristiana.
Tutte le religioni sono uguali?
Anche se partono tutte dallo stesso bisogno di Dio, che c'è in ogni uomo; anche se hanno lo stesso scopo di aiutarci a vivere il rapporto con Dio; anche se - almeno le Religioni più diffuse - portano tutte ad un Dio unico, creatore, distinto dall'uomo e a lui superiore, tuttavia nel presentarci Dio e il nostro comportamento verso di lui, sono molto differenti.
É vero che ognuno deve essere rispettato, non costretto o ostacolato, nel vivere la religione
che lui in coscienza ritiene più vera; però, è altrettanto vero che nessuno può rinunciare
a cercare e a seguire quella che più risponde alle esigenze profonde della persona e della società. Non è la stessa cosa segui re una religione o l'altra, ma dobbiamo cercare la verità in modo sempre più profondo.
Noi e le persone di diversa religione
A volte, quando uno si sente nel sicuro, può essere tentato a disprezzare chi la pensa diversamente ... e allora chi vive secondo un'altra religione diventa un "povero pagano
ignorante"; ci permettiamo anche di prendere in giro i suoi atteggiamenti religiosi, i suoi comportamenti, mentre poi diventiamo "feroci" se qualcuno osasse fare la stessa cosa con noi . Ma questa nostra "superiorità" passa solo attraverso l'arroganza e il disprezzo, oppure
viene dimostrata attraverso la coerenza della nostra vita con la fede che professiamo?
Non ci troviamo, tante volte, a dover riconoscere la serietà con cui vivono la loro fede,
mentre per noi tutto diventa facilmente superficiale, vuoto, banale?
A che serve essere convinti che la nostra fede è quella più " vera" se poi non è la nostra
vita a dimostrarlo, una vita che veramente risponda alle profonde aspirazioni dell' uomo,
della sua dignità, dei suoi valori? Proviamo a chiederci: perché questa gente tra di noi, che dipende da noi in tutto, non si fa subito cristiana?
É perché non può credere che la nostra religione sia " più vera" della propria, quando, chi la propone, chi dichiara di professarla, non la prende sul serio e mostra una vita a volte meno
"umana", peggiore della loro, riguardo ai valori veri .
Saremo socialmente più forti, saremo superiori a loro in tante cose, visto che diamo loro
un pane potremo anche far fare a loro tutto quello che vogliamo, anche quello che noi non verremmo fare mai, però, ai loro occhi, a volte, ci presentiamo come meschini, degni di disprezzo, per la nostra incoerenza religiosa, per il come ci comportiamo con Dio, con quello che Lui ci chiede nel Vangelo, con gli altri uomini.
Alcuni interogativi:
• Conosco la mia fede , la mia religione, il Vangelo e li vivo con coerenza? In che misura la
fede guida i miei comportamenti, le mie scelte?
• Mi sforzo di conoscere, di capire, anzichè giudicare, deridere, il comportamento di chi segue altre religioni?
• Riguardo alla giustizia, alla solidarietà, alla pace, al rispetto di Dio, alla ricerca del bene di tutti, al rispetto della dignità di ogni persona, ai valori della famiglia, un cristiano si trova
molto vicino ai credenti di altre religioni; li cerchiamo insieme, oppure con il nostro comportamento dimostriamo per primi di non crederci?
I SIKH
Sikh, cioè discepoli, è il nome dato ai seguaci di Nanak, saggio indiano vissuto dal 1469 al 1538 d.C. Il Sikhinismo è un movimento politico-religioso che si rifà sia all' induismo che all'islamismo. Dall'lslam i Sikh hanno desunto il concetto della grandezza di Dio, dall'induismo la caratteristica dell' interiorità , la fede nella rinascita oltre che lo stile dei templi, senza statue e immagini sacre, ricoperti spesso, almeno in parte, da lamine d' oro.
La religione sikh insegna ad amare Dio, che ha cura amorosa dell'uomo , e a credere nella reincarnazione che, però, è considerata un castigo per i peccati. Insegna anche a pregare Dio fin dal mattino. Fonte della dottrina predicata da Nanak è il Granth (libro), detto anche Adi Granth (Primo Libro), custodito nel Tempio d'oro di Amritsar : è una raccolta di insegnamenti di vari autori, riuniti dal quinto maestro dei sikh, Arjun, vissuto dal 1563 al
1606. Furono infatti dieci i gran di maestri del sikhismo. Dopo il decimo , si disse che il vero maestro, d'allora in poi, sarebbe stato il Granth stesso. I sikh, perciò, venerano il libro non solo come sacro, ma come un maestro vivente.
I sikh sono 20 milion i e rappresentano il 2% della popolazione indiana. Si riconoscono dall'abbigliamento e da altri segni prescritti dalla loro religione: portano la barba, il turbante, un braccialetto d'acciaio e un pugnale, il famoso " Kripan" . Esercitano
tradizionalmente le sole quattro professioni permesse dalla loro dottrina: l' agricoltura, il commercio, la penna e la spada. Non è escluso l'uso della scimitarra 'quando tutte le vie della pace sono state esplorate' .
Il centro religioso dei sikh è Amritsar, nel Panjab (India settent rionale), dove sorge il famoso tempio d'oro. Ed il vero Sikh è tenuto all'osservanza delle cinque K: kes (capelli lunghi), kachk (pantaloni stretti al di sopra del ginocchio), Kara (braccialetto di ferro), Kripan (spada), Kangha (pettine).
preghiera sikh
Onnipotente Dio,
sostegno del mio respiro vitale.
Amico dei vedovi, amico dei poveri liberami dalla pena e concedimi la pace.
O potente, impenetrabile Dio, o perfezione, sii pieno di grazia per me;
sono caduto nella oscurità, aiutami tu mio Dio.
Tu sei mio padre e mia madre, Dio mio, mio fratello, mio parente.
Non mi rifiuterai la tua grazia, Dio.
Con la tua grazia io ho saputo che sei la mia protezione e il mio orgoglio.
Nessuno è nulla senza di te, e soltanto Tu esisti nel posto che noi tutti amiamo e verso cui andiamo.
Tutto quello che succede è per la tua volontà e non dipende dalla mia, o Dio.
Nominando Ti ho provato la grande beatitudine e la mia mente ha trovato la pace.
E ho vinto la dura battaglia della vita con la tua grazia.
in Te tutte le mie pene sono superate, o mio caro Dio.
L 'ISLAM
É la religione della "sottomissione", cioè del dono di sé a Dio nella pace. La parola islam vuoi dire appunto sottomissione e muslim, musulmano, significa colui che si sottomette ai decreti di Dio.
Fondatore dell'Islamismo è Maometto (570 circa - 632 d.C.), il quale, dopo un'esperienza religiosa, incominciò a trasmettere fedelmente agli uomini il messaggio di Dio, che in seguito fu fissato letteralmente dai suoi discepoli nel Corano.
Ogni musulmano si sforza di conoscere, capire e meditare questo libro sacro arabo, composto da 114 capitoli o sure e 6.236 versetti o avat, che viene da lui considerato come rivelazione diretta trasmessa da Dio mediante Maometto , senza che quest'ultimo vi interferisse in alcun modo:il libro è la Parola stessa di Dio.
Questo libro è attualmente il viatico di circa 700 milioni di persone che, grazie a lui, accedono alla conoscenza di Dio, al quale si abbandonano mediante la fede e la buona condotta.
I musulmani sono oggi divisi in due grandi correnti: i sunniti (90%) e gli sciiti (10%). Ma insieme formano la grande comunità islamica (Ummà).
L'Islam è religione e politica. Il culto ne è il punto di collegamento. Per secoli, religione e potere sono stati strettamente uniti e spesso continuano ad esserlo.
La vita religiosa islamica si basa sui cosiddetti cinque "pilastri della fede":
* la professione di fede in Dio e in Maometto, suo inviato ; * la preghiera rituale e personale: • l'elemosina rituale; • il digiuno nel mese del Ramadam; • il pellegrinaggio alla Mecca.
Ad essi alcuni oltransisti aggiungono la guerra santa (la Gihad).
La professione dell'unicità divina è l'anima e la perla dell'Islam. La vita morale è una conseguenza della fede nel Dio unico e Trascendente.
La fede è la risposta alla parola di Dio: risposta di ordine intellettuale mediante l'assenso alla verità rivelata, e di ordine pratico mediante la consegna del proprio essere a Dio. |